Descrizione
Quando decido di fare un ritratto è perché mi ha colpita lo sguardo. In questo caso l’immagine è presa da uno degli scatti più belli di Steve McCurry che ho avuto il piacere di ammirare da vicino in una mostra a Bologna.
Questa bambina è turca. Non parla. Il suo sguardo sconcertato, smarrito, incredulo e anche accusatorio dice tutto. Ti interroga, ti penetra.
Ho finito questo dipinto poco prima di metà agosto, alla vigilia dell’ingresso dei talebani a Kabul.
Guardo la “mia bimba” e vedo milioni di donne e bambine afgane, lasciate sole in mano a un’ideologia retrograda e umiliante per il genere femminile.
Mi chiedo come mai questa ideologia sia riuscita a farsi strada e a imporsi senza troppi sforzi. Ovvio che qualche supporto della popolazione ci sia stato, il che dimostra quanto sia difficile cambiare la cultura maschilista.
Che questo sguardo possa farti ricordare, indagare, riflettere sulla condizione delle donne e delle bimbe afgane, ma anche sui 41 femminicidi in Italia da inizio anno.
Per loro che non possono più vedere la luce né far sentire i propri passi e neanche regalarci un sorriso.
Ho usato una base acrilica e pastelli e sanguigne per concludere con i colori ad olio.
