Protesta

300.00

Protesta (2019) acrilico, olio su tela e collage (carta) 60×80

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Descrizione

Ho dipinto “Protesta” ispirata ad una foto copertina di un reportage di una rivista americana (“The truth”) e a tante foto di manifestazioni a Caracas. Volevo plasmare in qualche modo l’energia e la voglia di cambiamento dei nostri giovani, l’angoscia e la sofferenza del mio popolo, un popolo ricco impoverito dalle cattive amministrazioni. I politici non manifestano. Loro non si espongono. I giovani rischiano. Dopo vent’anni della c.d. “Rivoluzione Chavista”, che ha segnato un’involuzione economica e morale, si vuole evolvere davvero. Il quadro si ambienta a Caracas, circondata dalle montagne, “L’Avila”, polmone della città capitale, deturpato dalle costruzioni abusive, dalla povertà ma sempre fonte di verde, di aria, testimone muto di questa lotta. Per gli edifici ho fatto un collage usando carta moneta venezuelana ” Il Bolivar”, che da essere una delle monete con più valore del subcontinente è diventato carta straccia, che io ho cercato di riciclare in qualche modo. E anche ritagli che richiamano gli articoli della “Costituzione della Repubblica Bolivariana”, sull’autonomia e la gestione delle risorse naturali, come il petrolio, che ho anche rappresentato attraverso le apparecchiature di estrazione. Autonomia calpestata dalle concessioni straniere e la svendita di questa risorsa e di tante altre, sfruttata dai governi pur di perpetuarsi. Sulle trivelle ho incollato un’immagine del nostro liberatore Simòn Bolìvar, messo a testa in giù come è stato stravolto il suo pensiero per l’avidità e la corruzione dilagante. A terra i busti degli eroi, la cui eredità è stata dimenticata e offesa. La bandiera, il tricolore, usata come vestito, copricapo, con le stelle che sono cadute e si sono perse… Una donna incinta piange disperata ma dal suo ventre si intravede una luce. Magari la speranza che si può cambiare, evolvere, ricominciare. Distruggere per ricostruire. I giovani rimasti rischiano perché credono nella libertà, di esprimersi, di rimanere nella propria terra e di gestire le proprie risorse, prima che siano consumate del tutto.